martedì 14 febbraio 2017

... Presents

Sabrina, è arrivata roba per te, hai un ammiratore segreto?
Uno dei suoi colleghi a cui ha rifilato un due di picche mostruoso le deposita sul banco da lavoro un cestino così colorato e sgargiante che la sola vista le provoca un senso di fastidio viscerale che sale dallo stomaco e si aggrappa alla gola.
Che tripudio osceno
Getta un'occhiata ispida al collega che alza le mani e fa cenno di innocenza
Non è roba mia, ne ho ricevuto uno anche io, sebbene non abbia il bigliettino personalizzato, come il tuo.
Volta i tacchi e se ne va uscendo dalla porta, con un ghigno soddisfatto sotto i baffi biondi.

Passano almeno altre due ore buone prima che Sabrina riesca a guardare il cestino senza provarne fastidio ed alla fine sospira, decisa ad occuparsene, quanto meno per poterlo togliere da lì evirandolo delle cose che lontanamente possono interessarle.

Ogni minuto che passi arrabbiato perdi sessanta secondi di felicità.
BUON SAN VALENTINO!!! 
Jo.

Le parole recitate dal biglietto non riescono ad arrivare nemmeno al nervo ottico: l'impressione retinica è sufficiente a far sbuffare la giovane chimica e a cestinare il foglio e relativo augurio.
Concentrandosi sul cestino lo esplora con circospezione: i peluche finiscono anch'essi nel cestino dell'indifferenziata e sta per gettare anche i cioccolatini, ma si ferma.

Inspira a fondo e li appoggia sul banco da lavoro, dopo aver accantonato il fascicolo su cui stava lavorando. Le dita dalle unghie perfettamente livellate scorrono sulla scatola fino al fiocchetto, che viene staccato e buttato nel cestino.
La scatola viene aperta e i cioccolatini osservati con circospezione, ne prende uno tra indice e pollice, lo solleva e ne mangia un angolino. Mastica e inghiotte, per nulla felice, per nulla rinfrancata.

Le tornano alla mente gli anni del collegio, anni di metodico controllo alimentare in cui i dolci non facevano mai parte del menu. L'unico modo che aveva di procurarseli si era presentato durante le sue uscite notturne illegali, assieme ad alcol e sostanze stupefacenti.
Nonostante la relativa lontananza di quegli anni, non era mai riuscita a recuperare in pieno il suo rapporto con il cibo, un rapporto ingabbiato e stirato fino all'esasperazione.
Il frigorifero di casa sua era sempre pieno, ma più di tre quarti degli alimenti finiva per buttarli o per darli ai vicini, tanto era esclusivamente abituata a mangiare pasti abitudinari e frugali.

Il resto della scatola finisce nel cestino, così come il resto dei cioccolatini ed alla fine riprende a lavorare.

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