Avere sempre chiare le proprie priorità è la Priorità e Sabrina l'aveva sempre saputo piuttosto bene.
Diciotto anni di privazioni e regole imposte avevano prodotto in lei un senso di quieta ingiustizia, che si muoveva lento ed inesorabile, tastando con saggezza il terreno su cui poggiava, conscio che per progredire era prima di tutto necessario non lasciarsi alle spalle nulla di cui doversi pentire.
Ed allo stesso modo aveva imparato a dosare le forze, a non fruire di ciò di cui poteva fare a meno; tutto ciò che contava era il potere che a lungo le era stato descritto come il male assoluto, ma che su di lei esercitava un'attrattiva ossessiva e compulsiva.
Così mentre il volto di una Mad criminale e ricercata circolava nei notiziari serali, lei valutava le alternative all'impiccio in cui si era andata ad incastrare, consumando il suo pasto frugale.
Delle mutande che aveva lasciato a casa sua poteva anche farne a meno ed in un certo senso l'idea che lei potesse tenerle avrebbe procurato a Sabrina un certo perverso piacere nei giorni a venire, che in qualche modo l'avrebbe tenuta lontana da altre tentazioni, almeno per un po'.
Avrebbe tenuto anche le fotografie, così come i messaggi; del resto dopo averli analizzati e valutati, non rappresentavano un pericolo: la data di creazione di ogni file era antecedente all'annuncio televisivo.
Si rese conto in fretta di non aver preso in considerazione l'idea di proseguire il rapporto. Del resto tutte le alternative che il suo inconscio aveva valutato rappresentavano pure follie.
Un altro sorso di minestra dal cucchiaio, prima di riprendere l'esercizio mentale e sistemare ogni cosa. Decisamente era tutto al suo posto, tutto perfettamente incastrato, prevedibile, difendibile.
BIP BIP
Ruotò gli occhi verso lo smartphone di fianco al bicchiere, il numero del mittente era quello di Mad.
Si maledisse per aver afferrato il telefono e letto il messaggio senza pensarci troppo. E maledisse i diciotto dannati anni passati in collegio, che l'avevano resa psicologicamente ansiosa e affamata.
O forse era stata la bionda a renderla affamata, con la sua disponibilità ad assecondarla, senza darle l'idea che fosse tutto scontato.
Scacciò quel pensiero senza difficoltà, lasciandolo in sordina, valutando che sarebbe sopravvissuto a lungo, ma che non avrebbe fatto danni.
Cancella il mio numero
Va bene. Vorrei una ciocca dei tuoi capelli
La lascio al solito posto
Appoggia il cellulare a faccia in giù e mentre finisce di mangiare lo osserva ad intervalli costanti. Rimane silenzioso, lei sorride mentre ripassa il rituale nero che avrebbe svolto di lì a poco, con qualcuno di quei capelli biondi.
Se avesse funzionato, avrebbe impresso la sua immagine nella mente di Mad, rievocandola ad ogni emozione intensa. L'idea di ossessionarla in questo modo produsse una strana ansia. Mollò la cena a metà, prese cappotto e sciarpa e si sbrigò ad andare all'hotel dove si erano incontrate la prima volta.
Senza sapere che quel rituale non avrebbe funzionato.
Non che nutrisse grandi aspettative in merito.
E in fin dei conti quella delusione sarebbe durata poco.
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