C'è stato un momento in cui ha davvero desiderato che quell'arma facesse fuoco, che la sua invenzione spazzasse via l'altra dimensione, gli Argonauti e tutte le sue minacce. Avrebbe potuto essere lì, con l'indice sul pulsante, pronta a sparare, invece era parte del cerchio di mistici ed occultisti intenti a erigere quel rituale.
Un rischio calcolato: se qualcosa fosse andato storto qualcuno avrebbe sparato ugualmente ed avere quella responsabilità addosso non sarebbe stato semplice, nè sarebbe stato saggio mettersi in mostra in quel modo nei confronti dell'opinione pubblica.
Era questo a cui Sabrina puntava: vivere la sua natura nell'ombra. Le streghe nere lo avevano fatto per centinaia di anni, tramando per ottenere un potere sempre maggiore, sostanzialmente incuranti delle sofferenze e dei problemi altrui. Si riunivano in segreto confidando nella protezione della Congrega; una protezione che spesso non poteva salvarle dall'Inquisizione Cattolica.
Nonostante il desiderio di non esporsi, inebriata ed eccitata dall'opportunità che si era presentata, ha avuto accesso al luogo del rituale mostrando il Cimelio della Congrega, il suo pendaglio legato alla storia magica dell'essere umano, senza naturalmente rivelarne la sua vera natura.
Aveva percepito i mistici più potenti, si era messa vicino a loro nel cerchio ritualistico ed aveva osservato attentamente le loro mosse. Da quando aveva scoperto le sue capacità superumane quello era stato l'unico momento in cui aveva incontrato qualcuno simile a lei: se esistevano altre consorelle a Filadelfia, erano ben nascoste e scaltre.
Nel momento in cui il rituale ha raggiunto il suo punto di massimo, le energie mistiche da convogliare si erano fatte davvero ingenti: il castello di magia che avevano eretto cercava insistentemente di strapparle via forze ed anima. Ha barcollato, ma non è caduta, sorretta da chi le stava vicino in quel momento, volti e spiriti che non avrebbe conservato, che avrebbe dimenticato di lì a poco, sostituiti da qualcos'altro di più vagamente utile.
Quando lo slittamento dimensionale era terminato, si era allontanata dal gruppo festeggiante, trovando pausa e quiete, seduta su un muro caduto. Le mani le tremavano e lei le fissava, mentre poteva ancora sentire l'inebriante odore dell'energia sprigionata in quel momento, quando erano in bilico tra la realtà e l'oblio spettrale.
Sostò a lungo sul pensiero di quelli che avevano perso le loro capacità, aveva sentito il loro potere vacillare e spegnersi, risucchiato dal cerchio magico, ma così non era stato per lei, che aveva gelosamente conservato il suo equilibrio, non dando il massimo di sè per non rischiare di essere travolta dal rituale e dalle sue conseguenze.
Altri avevano perso i loro doni, erano stati incauti, troppo fiduciosi che la necessità che li univa avrebbe sopperito a qualunque disgrazia, ma l'egoismo si era fatto strada in alcuni dei cuori dei presenti a discapito di altri.
Pensò a ciò a cui aveva assistito, al prezzo che non aveva pagato e a ciò che aveva imparato. Progredire in solitudine nel campo magico era molto difficile, ne aveva parlato con Winona Hill, la giornalista e la natura delle sue capacità le impediva di potersi fidare dei canali legalmente accettati.
Scacciò le paure e le ansie legate alla sua condizione, alzò gli occhi verso i festeggiamenti, i balli ed i canti e sorrise.
I ' m n o t t i e d u p t o a n y o n e
T h e y ' v e g o t s t r i n g s
B u t y o u c a n s e e
T h e r e a r e n o s t r i n g s o n m e